John Belushi, l'ultima notte
con Gianni Fantoni
da Un'ape da una tonnellata di Valerio Peretti Cucchi
adattamento Gianni Fantoni e Massimo Navone
regia Massimo Navone
produzione Arkadis
2009
Il giorno del suo trentesimo compleanno, Belushi era già una star: aveva recitato in Animal House, la commedia più amata d'America; era l'idolo del Saturday Night Live, lo show televisivo più famoso del paese; e l'album dei suoi Blues Brothers, Briefcase Full of Blues, era in vetta a tutte le classifiche. Nato a Chicago, figlio di immigrati albanesi, da ragazzo il futuro di John Belushi sembrava già scritto e prevedeva un posto dietro alla cassa nel ristorante di famiglia. Da quel punto di partenza, come comico, attore, cantante e personaggio è arrivato a colpire l'immaginazione di un'intera nazione, arrivando a incarnare la gloria e la tragedia del sogno americano. E proprio sulla scia di questa vita vissuta sempre al limite si inserisce questa sorta di catarsi teatrale.
È il 4 marzo 1982. John Belushi ha solo 33 anni e sta morendo in una stanza dell'albergo Chateau Marmont di Los Angeles. Uno “speedball”, una iniezione letale di cocaina ed eroina insieme, è il suo ultimo, tragico errore. È una notte drammatica che però il suo talento riesce a ribaltare e trasformare in un momento leggero, come solo i comici sanno fare anche nei momenti peggiori e impensabili. Belushi è consapevole di quello che gli sta accadendo? Forse sì o forse, come tutti i grandi artisti, si crede immortale. Sta di fatto che non perde occasione di voler essere un comico, fino alla fine. Da sempre ama le sfide pericolose e anche questa volta affronta questa situazione con l'amabile spudoratezza che lo contraddistingue. Assieme al suo pubblico rivedrà e rivivrà l'atmosfera dei suoi migliori show attraverso monologhi, dialoghi e l'immancabile musica dei Blues Brothers che lo hanno visto protagonista. Poco per volta, tutti gli amici, i parenti, i colleghi, i rivali, gli faranno visita, e lui li accoglierà in una sorta di grande girotondo onirico fatto di battute e gag. Un'ultima grande rappresentazione dove il bis, purtroppo, non è contemplato.