Überschwemmung 51
56° anniversario dell’Alluvione del Polesine
con PuntoZeroDanza - Ferrara [Martina Bosi, Miriam Costa, Laura Pizzirani, Gaia Sabato, Francesca Savorelli]
e con ArteDanza - Rovigo [Alessia Incao, Laura Garbin, Romina Portesan, Melissa Marabese, Claudia Cocchi, Enrico Zamariola, Anna Menon, Nabila Zaia]
regia e coreografia Giacomo Sacenti
produzione Arkadis/Quinlan
2007
Il 14 novembre 1951 il Po rompe gli argini ad Occhiobello. La furia dell’acqua travolge persone, case, animali in una devastazione improvvisa. La stessa acqua che nutre e disseta la terra, lo stesso fiume, simbolo di vita, si trasformano in morte e distruzione nel corso di una sola notte. Il dualismo dell’acqua, la calma e la ferocia, l’ascolto e il frastuono, la prevedibilità e l’impeto della sua corsa, concedere e pretendere, sono stati i temi principali della nostra ricerca. La compagnia PuntoZero svolge da anni nel territorio un lavoro di ricerca sul movimento, collegata alle istanze della danza contemporanea in un percorso organico di crescita iniziato nel 2000 e tuttora in corso. L’opera che qui presentiamo, costantemente in fase di crescita ed evoluzione, si svolge attraverso le improvvisazioni ed esplorazioni sensoriali delle infinite suggestioni cui rimanda l’idea dell’acqua in tutte le sue forme. Il nostro percorso si dipana dalle impressioni più immediate che scaturiscono dai disastrosi fatti del Polesine fino a liberare la fantasia in un percorso visionario che si allontana dai fatti storici, attraverso la creazione di un immaginario collettivo nato dalla ricerca artistica quotidiana. La coreografia non segue l’ordine cronistorico della vicenda del Polesine, ma cerca di trasporre l’accaduto in un esperienza reale che sia gli artisti che il pubblico vivono, ogni volta, in modo diverso. Il vocabolario della compagnia PuntoZero è fortemente contaminato dal teatrodanza di matrice tedesca; il coreografo e regista Giacomo Sacenti, infatti, dopo gli studi alla Folkwang Hochschule di Essen, ha lavorato per molti anni con diverse realtà artistiche tedesche sviluppando così una propria poetica del movimento. Non il gesto formale o pura esecuzione, ma moti d’animo che trasformano lo spazio e trasmettono emozione