L’ultima estate dell’Europa
Giuseppe Cederna
16 Gennaio 2015
Inizio spettacolo ore 21:15, durata spettacolo 80 minuti
Sarajevo. Domenica 28 Giugno 1914. Quella mattina le piogge erano finalmente cessate e la foschia si era dissolta. Un sole sfavillante inondava di luce l’Arciduca Francesco Ferdinando, erede al trono dell’Impero Austro-ungarico, e la sua consorte la duchessa Sofia. Il terso e luccicante profilo di Sarajevo era punteggiato di minareti. Sarajevo contava ben cento moschee e quasi altrettante chiese cristiane. Le sinagoghe, sebbene meno numerose, testimoniavano una presenza ebraica. Una popolazione poliglotta, multinazionale, religiosamente variegata, aveva imparato a convivere in reciproca armonia, sotto qualsiasi bandiera. Sono le dieci del mattino. Dopo meno di trenta minuti due colpi di pistola sconvolgeranno quel mondo. Un effetto domino incontrollato. In pochi mesi Austria, Serbia, Russia, Germania, Francia e Inghilterra si dichiarano guerra. E l’Italia? L’Italia comincia a pensarci. Ma, in realtà, ci sta già pensando da molto tempo. Un viaggio in “un’altra storia”, dall’esaltazione alla consapevolezza. Memorie, poesie, racconti, lettere dal fronte. Da Marinetti a Gadda, Owen, Ungaretti, Trilussa, Erri De Luca. I pensieri, le preghiere, le illusioni, i desideri, le emozioni e le paure: l’umanità e gli orrori della Grande guerra.
Di Augusto Golin e Giuseppe Cederna
Regia Ruggero Cara
Musiche dal vivo Alberto Capelli (chitarre) e Mauro Manzoni (flauti e sassofoni)
Produzione Art Up Art
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